Nella maggior parte dei paesi oggi, è necessario sottoporsi al processo di KYC (identificazione) per aprire un nuovo portafoglio digitale. Quindi, grazie alla proprietà di un portafoglio elettronico, anche senza necessariamente l'utilizzo, l'anonimato è compromesso.
Tuttavia, in alcuni casi, i portafogli possono ancora essere aperti senza un processo di identificazione adeguato, che potenzialmente può consentire "soldi sporchi" nel sistema. "Soldi sporchi" e altre problematiche come il "coin-join" e lo "smurfing", rendono difficile attribuire una transazione finanziaria ad una specifica entità giuridica, presentando un problema ancora necessario di una soluzione.
Il recente aumento dei nuovi requisiti di KYC per i proprietari di portafogli nuovi e esistenti a livello internazionale suggerisce che tale standardizzazione potrebbe essere cruciale per garantire il corretto funzionamento del crescente futuro del settore di relativo alle criptovalute in quanto si avvicina al riconoscimento sovrano.
Il Giappone si sta già muovendo per rafforzare i controlli infatti le ultime licenze rilasciate richiedono agli exchange locali di seguire determinati protocolli e procedure di funzionamento. I requisiti includono l'utilizzo di sistemi informatici robusti che soddisfano gli elevati standard per la sicurezza informatica, nonché la verifica dell'identità degli account dei clienti.
Grazie alla tecnologia blockchain, le crittografie hanno in proprio il potenziale per ridurre effettivamente i rischi di riciclaggio di denaro rispetto alle valute fiat.
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