"Le loro attività sono state interrotte in tempo", ha detto all'agenzia Interfax venerdì (9 febbraio) Tatyana Zalesskaya, portavoce del Centro nucleare federale di Sarov, nella Russia occidentale, aggiungendo che è stato aperto un procedimento penale contro tutti. Lei, tuttavia, non ha rivelato quanti dipendenti della struttura nucleare sono stati arrestati.
La struttura è una città "chiusa" segreta, a circa 500 km a est di Mosca, dove la ricerca di armi nucleari è stata condotta dal 1946. La città era precedentemente priva di contrassegni sulle mappe sovietiche ed è la culla della prima bomba nucleare dell'URSS. Custodita dai militari russi e recinti di filo spinato, la città è ancora limitata e richiede permessi speciali per essere visitata.
L'impianto nucleare impiega fino a 20.000 persone e ospita un supercomputer in grado di eseguire circa 1.000 bilioni di calcoli al secondo. È stato attivato per la prima volta nel 2011, diventando così il 12 ° più potente al mondo.
A causa di problemi di sicurezza, nessuno dei computer degli istituti dovrebbe essere connesso a Internet. I servizi di stampa russi hanno riferito che gli ingegneri accusati hanno tentato di collegare il supercomputer a Internet per estrarre la criptovaluta. Le loro azioni sono state immediatamente rilevate dal dipartimento di sicurezza del centro nucleare.
Secondo quanto riferito, sono stati consegnati al Servizio di sicurezza federale (FSB).
"C'è stato un tentativo non autorizzato di utilizzare le strutture informatiche per scopi privati tra cui il cosiddetto mining", ha detto il centro nucleare in una nota. "Per quanto ne sappiamo, un procedimento penale è stato avviato contro di loro.
"Recentemente sono stati registrati tentativi simili in un certo numero di grandi aziende con grandi capacità di elaborazione, che saranno severamente soppresse nelle nostre imprese, questo è tecnicamente un reato senza speranza e criminale", ha aggiunto la dichiarazione.
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